Il minimalismo di Sasaki

Cosa ci insegna il suo minimalismo

Giapponese, classe 79′ ed autore del libro “Fai spazio nella tua vita” è stato definito dal New York Times “il simbolo del Minimalismo”. Vive in un piccolo appartamento di 20 metri quadri, e possiede solamente il minimo indispensabile: tre camicie, quattro paia di pantaloni, quattro paia di calze e nulla più.

Fumio Sasaki é un chiaro esempio di come il minimalismo possa raggiungere vette quasi estreme, ma che allo stesso tempo da spunti di riflessione utili. Lo scrittore non soffre di problemi economici, ha abbracciato il minimalismo per scelta, per la propria felicità.

Ammette di non possedere un gran numero di oggetti, anche se in passato è stato un appassionato collezionista di CD. Nonostante ciò ha imparato a liberarsi di tutti gli oggetti inutili che non gli servivano più, a scremare l’ essenziale dal superfluo. Il minimalismo gli ha permesso di dedicare più tempo agli amici e ai suoi amati viaggi. Si sente soddisfatto e felice.

Non è l’ unico esempio di minimalista in circolazione(avrò occasione di scrivere un articolo su Steve Jobs), ma colpisce ugualmente per la frugalità con cui conduce la sua vita, malgrado non ci siano problemi economici di mezzo. Tutto è nato da una necessità, un desiderio recondito che lo ha spinto a liberarsi degli oggetti che non lo rappresentavano. Essere minimalista non è andare solo controcorrente rispetto ad un mondo massimalista, ma è prima di tutto preferire l’ essenzialità come chiave per essere sereni, ugualmente felici anche senza tanti oggetti sparsi per la casa, che magari non ci rendono felici o più semplicemente non servono nient’altro che a colmare un vuoto.

Morale della favola? La felicità dipende dalle scelte che facciamo, non da una moda o dal pensiero dominante. Io sono felice essendo minimalista, ma qualcun altro la potrebbe pensare diversamente essendo felice come massimalista. Alla lunga però tutto ha fine. Non ci rimane altro che essere felici delle poche cose che abbiamo.

Pensare Minimal